giovedì 31 maggio 2012

10 anni dopo

Stand Fume Latte(Milk) dipinti nel 1994. Qualche anno dopo buffarono le porte al Fume e Stand, ma ciò non ha impedito che continuassero a mostrare i loro colori al pubblico...Nel 2004 stavano ancora rimbalzando avanti ed indietro da Anagnina attraverso il centro storico e fino a Battistini. Sto cazzo di vagone ha girato dipinto per dieci anni!!! Posso immaginarmi quanti turisti tedeschi sono venuti nella città eterna a conoscere la storia e cultura antica Romana e invece si sono trovati di fronte dei graffiti moderni di due tedeschi come loro?!  


English version:

10 years later

Stand Fume Latte(by Milk) panels painted in 1994. Few years later the Fume and Stand got one of their doors buffed, but that didn’t keep them from running and showing the public their fill-ins…nope! In 2004 they were still bouncing back’n'forth across the city from Anagnina, through rome’s historic center and all the way to Battistini. This damn car ran painted for ten years!!! I wonder how many thousands of German tourists came to the Eternal City to check out ancient Roman history and culture and instead were confronted by modern graffiti of two Germans like themselves?! Fumes are generally bad for your health while Milk is usually good for you. I guess it takes two Germans to Stand the test of time!

mercoledì 30 maggio 2012

Bombing e Matematica

Pannelli dipinti nel ’96 da Side e One entrambi con la mano sinistra, essendo tutti e due mancini. Side era uno pseudonimo di Far e sfociava spesso in pezzi FARSIDE sulle fiancate. Far in inglese vuol dire lontano, e qualche anno dopo se ne andò a vivere all’estero per studiare.
One dal canto suo ha sempre scritto questo nome, salvo rare eccezioni, e ha dipinto davvero tanti pezzi. Veder girare così tanti pezzi one, one, one, one…ci ricorda che 1+1=2 e che il bombing non è un opinione.


English version:

Bombing and Mathematics

Panels painted in '96 by Side and One, both left-handed. Side was another name for Far and often appeared as FARSIDE on the trains. Far went to study out of Italy at a certain point, that is far away. One on the other hand always wrote the same name except on rare occasions, and painted a huge number of pieces. Seeing so many one, one, one, one, one pieces running reminds us that 1+1=2 and that bombing is not an opinion.

martedì 29 maggio 2012

Trust Yourself (Kare NSA r.i.p.)

Non potrò mai dimenticare di quando qualche anno fa, salivo su un autobus con il pennarello stracarico nascosto dentro la manica, la gente mi guardava, ed io sapevo che nessuno di quei visi avrebbe mai immaginato cosa avrei fatto di lì a poco...uomini in giacca e cravatta e con la borsa di pelle in mano, vecchie signore con l'aria stanca, bambini, donne, dentro un autobus si può incontrare chiunque.

 

Un giorno forse anch'io sarei stato una di quelle persone vestite eleganti per andare a lavorare, ma in quel periodo non ci pensavo lontanamente...il mio nome...l'unica cosa che mi importava era scrivere il mio nome, e lo facevo senza farmi vedere...tutta quella gente che mi guardava da quando salivo a quando scendevo, non mi coglieva mai mentre lasciavo scivolare dalla manica il mio fidato Pilot e imbrattavo col mio nome la superficie liscia di un autobus...era come un gioco, una sfida alla società che ci ignora e che ci lascia girare a vuoto senza darci nulla su cui creare noi stessi...ne ho bombati di autobus e ogni volta che scendevo, fissavo il mio nome con soddisfazione, chissà se quelle persone lo avranno mai letto e se mai si saranno domandate chi sono e perché lo facevo. 


Quando ancora non scrivevo, non avevo armi per vendicarmi, quando non scrivevo ero uno dei tanti...il mio nome mi da la possibilità di sentirmi parte della mia città, che amo come me stesso.

Kare posa accanto al Colosseo. Linea A, 2001.

I graffiti! Se ne sente parlare tanto credo, ormai nessuno può dire di non conoscerli, ognuno ha le sue idee, da molti sono considerati un'arte, ma nessuno ha ancora capito cosa si prova nel devastare una città, nell'andare a bombare la metro tutte le notti, rinunciare a troppe cose, solo per quelle sensazioni che ci avvolgono e che ci fanno dimenticare tutto...privi di responsabilità, di doveri, essere liberi di fare ciò che ci comanda il cuore e l'anima...entrare dentro una visione del mondo unica, scrivere il proprio nome costantemente alla ricerca di noi e del nostro stile.


Des Kare Jon sul Ponte Nenni. Linea A, estate 2001.
Des Kare Ver, l'ultimo vagone dipinto da Kare. Linea B, 2006.
Kare Des wholecar. Linea A, 2001.
Avendo finito la vernice, Kare riempie il proprio Nome con un oilbar,
 pastello a cera. Geniale! Linea A, 2001.
Oggi da quei giorni non è cambiato nulla, certe notti non riesco a dormire se penso che fino a poco tempo prima stavo con i miei fratelli a decidere dove colpire, se penso che ogni volta che tornavo dopo aver bombato, cascavo sul letto e mi addormentavo in un sonno che in pochi conoscono, il sonno di chi è tornato intero, il sonno di chi quando si sveglia avrà voglia di riprovarlo...

Direttamente dal deposito, Kare si fà un sonno profondo aspettando che passi il vagone dipinto poco prima. Ore 08,00 di mattina. Ponte Nenni, 2001.
!!!

...non smetterò mai di pensare al mio nome perché sono cresciuto con la voglia di emergere e oggi quando salgo su un autobus non penso più a non farmi vedere, non mi importa, le persone vedono in me un ragazzo come tanti, forse un universitario, forse un meccanico, forse uno sportivo, ma io sono un writer e sono fiero di essere cresciuto con questa mentalità, che oggi mi da la possibilità di sperare nel mio futuro, perché i graffiti mi hanno insegnato a credere in me stesso.

Kare NSA-Gianlorenzo Puddu, (R.I.P.) 1982-2006

Trust Yourself.

"Uno di noi, i treni lo sanno. La città non ti dimenticherà!"
KARE by One e Ver. Linea B, 2006.



English version:

Trust Yourself

I’ll never forget when just a few years ago, I’d climb on buses with my marker overflowing with ink hidden in my sleeve. People looking at me, and I’d know that none of those faces would ever imagine what I was about to do…men in suit and tie holding their briefcase, old ladies with tired looks, kids, women, in a bus you can meet practically anybody.


Maybe one day I too would have been one of those people dressed elegantly to go to work, but during that period it never crossed my mind…my name…the only thing I cared about was writing my name, and I would do it without anybody seeing me…all those people that saw me from the moment I got on to the moment I got off never caught me as I let my trustworthy Pilot slip out of my sleeve and bombed the smooth surface of the bus with my name…it was like a game, like a challenge to society that ignores us and leaves us going round in circles without giving us anything to create ourselves upon…I’ve certainly bombed a great many buses, and every time I’d get off I’d stare at my name with satisfaction. Who knows whether those people ever read it or ever asked themselves who I was and why I did it.


When I still hadn’t started writing, I had no weapons to avenge myself, when I still hadn’t started writing I was one of the many…my name has given me the chance to feel part of this city, which I love as I love myself.

Kare poses next to the Coliseum. A-line, 2001.
Graffiti! They’re common knowledge now, I think, nobody can say they don’t know what graffiti is, everyone has their own opinion about them. They are considered an art by many, but nobody has yet understood what it feels like to destroy a whole city, bomb the subway every night, giving up too many things only for those feelings that envelop us and make us forget everything…free from responsibilities and obligations…and free to do what the heart and soul command us…embracing a unique vision of the world, constantly writing your name in the search for yourself and your style.

Des Kare Jon rock wholecar passsing on the Nenni Bridge. A-line, summer 2001.
DesKareVer last car he ever painted. B-line, 2006.
KareDes wholecar. A-line, 2001.
Having finished his spraypaint, Kare fills his Name with an oilbar. Genius! A-line, 2001.
Today not much has changed from those days. Some nights I can’t fall asleep if I think about the fact that just a short time ago I was with my brothers deciding where to hit, if I think about the fact that every time I got home from bombing I’d fall on the bed and into a deep sleep that few people have experienced. The sleep of someone who got back whole, the sleep of someone who wakes up and will want to do it all over again.

Directly from the yard, Kare falls into a deep sleep while waiting for his train to pass by. 8,00 'O clock in the morning, 2001.
!!!
 
…I’ll never stop thinking about my name because I was born with the will to emerge, and today when I get on a bus I don’t think about not being seen because I don’t care, people see in me a kid like many, maybe a university student, maybe a mechanic, maybe an athlete, but I am a writer and I’m proud I grew up with this mentality which today gives me a chance to hope for my future, because graffiti has taught me to believe in myself.

Kare NSA-Gianlorenzo Puddu (R.I.P.) 1982-2006
Trust yourself.
"One of us, the trains know. The city will not forget you." KARE by One and Ver. B-line, 2006.

lunedì 28 maggio 2012

Far Pane Jon 1996

Analisi grammaticale di un egotrip: Far Pane Jon

Grammatical analysis of an egotrip. ("Far Pane Jon" means "Make Bread Jon")
San Paolo station. B-line & Lido line, 1996.

sabato 26 maggio 2012

Preghiera

La solita ramanzina, “Grazie Signore per il nostro Pane quotidiano…”
Mai tale preghiera fu piu vera che nella Città Eterna. E quando girava di brutto la robba Pane sulla metro, eri grato per ogni vagone che vedevi girare col suo nome….
Solo che il “Signore” in questione era una persona in carne ed ossa, Pane TRV!

Pane fa er Pane
E' importante sapersi elevare ma allo stesso tempo rimanere coi piedi per terra. Pane riesce benissimo in entrambe le cose.
Pane sfornato nel 1996, di ritorno dal lungo tragitto da Ostia. Stazione Piramide, 1999.
Pane a lievitazione naturale fermo a Piramide, 1996.
English version:

Prayer

The usual bullshit, "thank you Lord for our daily bread..."
Never was a prayer more true than in the Eternal City. When Pane's shit was running like mad on the metro, you were thankful for every car you saw running with his name....
The only exception was that the Lord in question was a real meat 'n' flesh person: Pane TRV.

Pane making bread, Bread making Pane.

venerdì 25 maggio 2012

La Necessità di Stravolgere le Regole - When Upsetting the Rules Becomes a Necessity (Nico TRV)

Ho dipinto questo pezzo di giorno nella yard di Magliana insieme a Gor. In quei giorni le guardie erano più attive del solito. Il nostro modo di colpire i vagoni della metro non era più un segreto per loro. Quindi per ingannarli, dovevamo trovare un nuovo stratagemma e andare là quando non se lo sarebbero mai aspettato. Trovammo che il miglior momento fosse all' ora di pranzo poco prima dell'orario di punta.
Quel giorno il rosso era l'unico colore pieno che avevo: un “rosso fuoco” Saratoga. Lo usai come primo colore di modo che se fossimo dovuti scappare, il mio nome sarebbe stato comunque leggibile. Infatti nelle settimane precedenti fummo inseguiti innumerevoli volte.

Wholecar Gast e Nyco non finito. linea-B, 1997
Wholecar Jon-Trio-One semi-pulito, 1995. One e Nyco accannati sullo stesso vagone nel 1997.

Avevo sprecato litri di vernice senza vedere l'outline finale per la quale mi trovavo lì. Difatti questa tecnica sperimentale di fare l'outline prima di riempire le lettere era dettata dalla necessità di un'azione veloce.

Pane-Gor-Nyco accannati, linea B, 1997.
Gor!
Il treno entra alla stazione di Piramide, Linea B.

Adattai il metodo a nuovi bisogni. Il risultato fù che il mio lavoro risultava più veloce e più grosso perchè non dovevo sprecare tempo e vernice a fare prima la traccia. L'outline diventò più dinamica essendo indipendente dal fill-in e l'intero lavoro era caratterizzato da una leggera sfocatura che accentuava gli highlights. Quest'ultimo risultato della sfocatura era l'unica cosa di cui ero certo. Questa è la ragione per la quale ho usato il rosso, perchè quando sfuma negli altri colori, mantiene comunque la sua forza nella leggibilità.

Nico TRV 

La nuova tecnica di fare prima l'outline permette a Nico di ottimizzare i tempi. Linea B, 1997.

English version:

When Upsetting the Rules Becomes a Necessity

I painted this in the Magliana yard during day time. I went there with Gor. In those days the “boys in blue” were more active than usual. Our way of hitting subway cars was not a secret for them anymore. So to fool them, we had to try a new strategy and go there when they would have never expected it. We found the best moment was lunch time, just before the rush hour.
That day, the red was the only full spray can I had with me: a “rosso fuoco” from Saratoga Happy Color. I used it as the first color so if we had to run, my name would have been there anyway. In fact during the weeks before this was made, we got chased many times. 
Gast and Nyco unfinished wholecar. B-line, 1997
Jon-Trio-One half-buffed wholecar, 1995. One and Nyco unfinished e2e on the same car, 1997.

I had wasted liters of paint, without seeing the final outline I was there for. Indeed this experimental technique of painting the outline before filling the letters, was dictated by the necessity of a fast action.
Unfinished Pane-Gor-Nyco. B-line, 1997.
Gor!

The train enters Piramide station, B-line.

I adapted my method to new needs. The result was that my work was quicker and bigger because I did not have to waste time and paint to trace it first. The outline got more dynamic being independent from the fill-in and the whole work was enhanced by a soft blur that accentuated the highlights. This last result of the blur was the only one I was already sure about. That’s the reason why I used the red, because when it fades into other colors, it still maintains its strength in readability. 

Nico TRV
This new technique of doing the outline first allowed Nico to make the best of the little time available. B-line, 1997.

giovedì 24 maggio 2012

Bowling a Colombo - Bowling at Colombo (Pim ZTK)

Era l'estate del '99 ed ero appena tornato a Roma dopo aver vissuto qualche anno in Belgio. Andammo al deposito di treni a Ostia, eravamo io, Gor, Gast e One. In quel periodo Gast dipingeva con molta calma, anche in situazioni rischiose come poteva essere quel deposito quella notte, prendendosi tutto il tempo per finire il pezzo. Facemmo un end-to-end colorato. Noi altri avevamo tutti finito di dipingere e Gor e One comiciarono ad impazientirsi "sollecitando" er Gastone a sbrigarsi. A un certo punto, per passare il tempo, Gor e One cominciarono a giocare a bowling con gli spray der Gast. Li aveva appoggiati per terra e quindi cominciarono a lanciare sassi cercando di colpirli...fino a quando Gast, innervosito dall'improvvisata sfida di bowling tra Gor e One, prende uno spray e lo lancia violentemente contro il gabbiotto della guardia (che stava poco dietro il treno che avevamo dipinto). Iniziammo tutti a scappare, ridendo e urlando nella notte, "il Gastone è matto! il Gastone è matto!"
Pim ZTK 


                 

English version:

Bowling at Colombo
                               
It was the summer of '99 and I had just returned to Rome after living in Belgium for a few years. One night, me, Gor, Gast, and One went to Colombo, the Ostia depot. Back then Gast painted with calmness even in really risky situations like that depot was that night, taking all the time in the world to finish his piece. We had painted a color end to end, and had all finished painting, and Gor and One were starting to lose their patience urging Gast to hurry up and finish his piece. At a certain point Gor and One started playing bowling with Gast's spraycans. They were all lined up on the ground so they started throwing rocks trying to knock them down...until Gast, totally annoyed by the improvised bowling competition between Gor and One, picks up one of his cans and throws it violently towards the guardhouse (just behind the train we had painted). We all started running, laughing and yelling in the night, “Gast is crazyyyyy! Gast is crazyyy!”

Pim ZTK 

                                
                                                                     L' e2e di quella notte

mercoledì 23 maggio 2012

Cina Geen Sugo Joe 1995

Argenti Cina Geen Sugo e Joe sulla Roma-Lido. Geen era un altro nome di Koma, a volte lo scriveva così, il piu delle volte appariva come Jin o Gin. Sugo invece era un altro nome di Hestro.

1995
L'ultimo scatto è del ’99, dopo una nottata dove me ne andai da solo ubriaco ad Ostia al capolinea di Colombo a fare throwup in preda al delirio della rabbia che mi portavo dentro. Mi feci il primo treno a terra che spunta fuori dalla stazione inserendo i miei throwup dove potevo. Arrivato al treno dopo in banchina, c’erano due vagoni ETC/TRV e fui costretto a bombare sui vetri.

1997

Notare dentro all’ Hestro la scritta “hate full” ossia “pieno di rabbia”. Dunque non era la prima volta che quel povero vagone si subiva le ire adolescenziali di noi graffitari. Quella notte fui costretto a saturare tre treni a throwup per sentirmi meglio. Il bombing è come un medicinale, leggere attentamente le avvertenze! 

Jon ZTK
1999

English version:

Silver Cina-Geen-Sugo and Joe pieces on the Rome-Lido line that goes to the sea. Geen was another name Koma used. Sometimes he'd write it like that, but mostly it would appear written as Jin or Gin. Sugo was another name for Hestro.
The last flick is from '99, after an evening where I went to do throwups by myself at the Colombo end-station in Ostia, totally drunk and completely possessed by the madness of the anger I had inside of me. I hit the first train that sticks out of the station, placing my throwups wherever I could find space. The next train was on the platform, and there were two ETC/TRV e2e's and was forced to bomb over the windows.
Inside the Hestro piece you can read “Hate Full”...that is full of hatred. Thus it was not the first time that poor car suffered the consequences of writers' teen-age fits of rage. That night I was forced to saturate three trains with throwups to feel better. Bombing is like a medicine, do not take without the doctor's prescription!

JonZTK

lunedì 21 maggio 2012

NON C’HO MAI CAPITO NIENTE DI PROSPETTIVE... (Imos N°)

infatti disegno piatto e dipingo graffiti puramente in 2D, giusto con un minimo di spessore!
Non ho prospettive future e i miei me l'hanno sempre, velatamente, contestato….
Ma ho la testa piena di ricordi, perché anche senza prospettive, ho passato gli ultimi 15 anni dietro ad un "gioco" che m'ha cambiato la vita, aprendomi gli occhi e la mente, una sorta di Jumanji metropolitano, che m’ha catapultato dentro un mondo tanto reale quanto invisibile ai più.
La cosa più' bella è che questo "gioco" va avanti finché si ha la libertà e volontà di farlo.
E' un viaggio quotidiano (sarà anche per questo che non ho mai voluto una console) che trasforma gli scenari tipici della città in quadri d'un videogioco.

Ogni giorno, girando, mi rivengono in mente flashback di situazioni vissute nei posti più assurdi.

Dal trekking notturno sul raccordo. 


Alle passeggiate nei tunnel per il semplice gusto di esplorare luoghi che quotidianamente percorriamo, ignorandone completamente il fascino di renderli tuoi. 


Dagli sprint in bici sulle banchine del TAF, tra lo stupore dei ciclisti partecipanti che fino all'ingresso dalle porte anti panico della stazione, non sapevano cosa li aspettava. 


Alle mattine passate dentro ai canali di scolo sulla linea B, in attesa che si fermi il primo treno per poi andare zozzo e carico d'adrenalina a scuola, tra gli sguardi perplessi dei compagni e dei professori. 


Oppure le notti infinite passate ad aspettare il momento per entrare in yard e il momento non arriva mai finché il sole comincia a spuntare e ripieghi sul cornetto e latte a scrocco, appena consegnati al bar ancora chiuso, sulla via del ritorno.


Le paranoie quando vedi un amico passare sotto al merci che, come d'incanto, parte e tu che lo tiri fuori dalle rotaie appena in tempo, e senza dirci niente, superiamo l'ostacolo e andiamo oltre, perché fa parte del gioco…


Le mille storie con le guardie che man mano che cresci diventano meno inquietanti e più reali, tanto che alla fine non scappi più.


Ma tornando alle prospettive di cui prima, come posso capirle se sono così irregolari? basta cambiare un minimo lo sguardo e non sono più le stesse, allora perché dovrei impazzire per comprenderle quando se ne possono scoprire ogni giorno di nuove?


Imos  N°