Dest TUW (R.I.P.), Lido Line - 2000 |
lunedì 16 dicembre 2013
martedì 12 novembre 2013
giovedì 7 novembre 2013
HI-FI
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giovedì 24 ottobre 2013
mercoledì 2 ottobre 2013
Porta Morta e Risorta - Dead Door Revived
lunedì 23 settembre 2013
venerdì 20 settembre 2013
lunedì 9 settembre 2013
MR504 1995-1997
Vagone MR.504, successivo al vagone MR.503 del post precedente.
Car MR.504, next to car MR.503 from the previous post.
Car MR.504, next to car MR.503 from the previous post.
giovedì 29 agosto 2013
MR.503 1995-1998
Vagone MR.503 della linea Lido dipinto nel 1995 da Manjar e Tekne NSB MFC. Lo stesso anno si aggiunse anche Stand MT2 TRV con un pezzo "Adam".
Nel 1996 Math NES era in visita da Amsterdam e colse l'occasione lasciando il suo nome sul lato sinistro dello stesso vagone. Nel 1997, Tuff e Joe TRV insieme a Jon ZTK ridipinsero lo stesso vagone. Nel 1998, Lady Noia e Lady Match dipinsero i loro nomi dove una volta c'erano il Joe ed il Jon ormai coperti, lasciando il Tuff intoccato.
Subway car MR.503 of the Lido line painted in 1995 by Manjar and Tekne NSB MFC. Later that year Stand MT2 TRV painted the same car with an "Adam" piece. In 1996, Math NES from Amsterdam was visiting Rome and left his name on the left side of the same car. In 1997, Tuff and Joe TRV together with Jon ZTK painted an end to end on the car. In 1998, Lady Noia and Lady Match painted their names over the Joe and Jon pieces that had been covered by then, leaving the Tuff piece untouched.
mercoledì 28 agosto 2013
lunedì 26 agosto 2013
Noise and vibration mitigation-SALCEF
Notare a 1:15 l'operaio con la scritta a pennarello "The King" sul giubbino catarifrangente!
Notice at 1:15 the worker with "The King" written with a marker on his jacket.
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domenica 25 agosto 2013
Villa Pamphili
Pane TRV, Stand MT2 TRV, Jon ZTK sul muro di cinta di Villa Pamphili, 1998. Pane TRV, Stand MT2 TRV, Jon ZTK on the wall of the Villa Pamphili park, 1998. |
sabato 24 agosto 2013
venerdì 23 agosto 2013
giovedì 22 agosto 2013
Le Bon Pain
mercoledì 21 agosto 2013
Skiro
Top to bottom Skero MDF/DS al layup del "Ponte". Linea lido, 1996. Skero MDF/DS top to bottom at the "Bridge layup". Lido line, 1996. |
martedì 20 agosto 2013
lunedì 19 agosto 2013
mercoledì 14 agosto 2013
sabato 3 agosto 2013
Side
Side ZTK sul lato sinistro del vagone MB.323. Linea B, 1996. Side ZTK on the left side of car MB.323. B-line, 1996. |
martedì 30 luglio 2013
Emidio Antoci
Emidio scrive su un furgone proprio sotto casa sua, "Art Antoci PittorEmidio". Piazza Giuditta Tavani Arquati. Trastevere, 2000. |
Chi non ricorda negli anni '90 il vecchietto che scriveva dappertutto cose apparentemente incomprensibili sui muri di Trastevere? Salvatore D'Angelo si chiamava.
Scomparso nel 1999, per un attimo sembrava quasi che la sua forma espressiva dovesse morire con lui.
http://xxroma20.blogspot.it/2012/07/salvatore-dangelo.html
Invece pochi anni dopo un altro personaggio Trasteverino di spicco prese a scrivere il suo nome su ogni superfice possibile: Emidio Antoci. Due storie parallele e molto simili costellate da grande sofferenza, finirono entrambi al manicomio. Come per giustizia poetica però, tutti e due riescono a riscattarsi, trasformando questa sofferenza che li affligge in energia creativa. A differenza di Salvatore però, Emidio dava volume alle lettere del suo nome, quasi fosse stato influenzato dai graffiti che vedeva ovunque, affiancandovi anche delle faccette.
Un vero genio d'altri tempi.
http://archiviostorico.corriere.it/2007/aprile/26/Emidio_regno_pieno_bambole_co_10_070426048.shtml
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domenica 28 luglio 2013
Cave Canem 3
Wholecar Neon, Kare NSA, Zeir PAC sul vagone MA131. Linea A, 2001. |
Dopo due anni e alcuni strati, Neon e Kare vengono ri-coperti da Neon e Ggast ZTK sotto l'occhio attento del cane Mmarlene. Nuovo deposito di Anagnina, 2003. |
Leggenda Divenuta Realtà
Italici operai si spezzano le reni per la costruzione della Metropolitana di Roma, 1939.
Inaugurazione della Metro B. Presente anche Donna Ida, 1955.
Presentato 53 anni fà il progetto della Metro C attualmente ancora in costruzione.
Inaugurazione della Metro B. Presente anche Donna Ida, 1955.
Presentato 53 anni fà il progetto della Metro C attualmente ancora in costruzione.
venerdì 26 luglio 2013
Wet Paint (Imos N°)
Ho
sempre avuto una particolare passione per gli interni dei vagoni
della metro, inizialmente era la mia valvola di sfogo per la
frustrazione delle levatacce mattutine per andare a scuola….Inoltre
mi piaceva vedere come dal mio tag piano piano, viaggio dopo viaggio,
anche nell'arco della stessa giornata, si affiancavano altre tags,
era una sorta di comunicazione interna tra vandali.
A volte
prendevo la metro per una stazione, taggavo, salivo sul vagone
successivo, poi ne prendevo un altra, tornavo indietro con un'altra
ancora e via così' per ore. Mi piaceva scrivere anche quando la
metro era gonfia di gente, con discrezione mi giravo, mi coprivo un
po' e scrivevo il fondo del vagone, o sulle porte. Talvolta qualcuno
mi vedeva, c'era chi mi guardava schifato, chi borbottava ma anche
chi sorrideva compiaciuto…
Certo beccare il vagone vuoto era una gioia, li' davo sfogo a tutto il veleno e devastavo ogni parte della vettura, poi soddisfatto aspettavo che qualcuno condividesse con me la scena.
Linea A, cabina del conducente. |
Linea B |
Imos e Tron OK, Linea A. |
Certo beccare il vagone vuoto era una gioia, li' davo sfogo a tutto il veleno e devastavo ogni parte della vettura, poi soddisfatto aspettavo che qualcuno condividesse con me la scena.
Imos N° e Beat SNK QRP, linea A. |
Mi ricordo di un episodio particolare, avevo completamente bombato un vagone con un lucido caricato d'inchiostro viola, era un vagone di quelli vecchi della metro A che avevano i quattro posti a sedere di fronte agli estremi del vagone, avevo appena finito di scrivere e le porte si erano aperte per far salire la gente in stazione, si avvicina sta signora impellicciata, classica faccia da cazzo snob…si siede comodamente su uno dei quattro posti, appoggiandosi alla parete e si becca sto bell' astratto viola, io a stento mi trattenevo dal ridere, quindi aspetto che si alza e mi godo la scena, avrei voluto seguirla fino a casa per vedere la faccia quando si sarebbe accorta della bella sorpresa…
Ora sono tornato di nuovo a viaggiare con i mezzi pubblici e di conseguenza ho ripreso con continuità' l'attività', sono passati un po' di anni dalla scuola, ma il fomento è lo stesso, quindi avviso tutti i viaggiatori a fare molta attenzione a dove si appoggiano.
Imos N°
English:
I've always had a special passion for subway insides. At first it was my safety valve to let out my early morning frustration when going to school... Furthermore, I loved seeing how a bit at a time, journey after journey, sometimes even within the same day, other tags appeared next to mine. It was a sort of internal communication between vandals.
Sometimes I'd take a train for one station, tag the inside, get on the next car, then change trains on and on, and went on like this for hours. I liked writing my name even when the train was full of people, I'd turn around discreetly, cover myself a bit, and write my name at the end of the car, or on the doors. At times someone would see me and give me bad looks, other times they would just mumble something, or even smile at me complacently...
Of course, finding an empty car was the best, that's when I would let loose all my anger and destroy every inch of the subway car's inside. Then finally satisfied, I would wait for someone else to share the beautiful view with.
I remember one episode in particular, when I had completely bombed a car with a shoe-shine filled with purple ink. It was one of those old A-line trains that had those four seats facing each other at the far end of the car. I had just finished writing when the doors opened at a station, and people rushed in. This lady with the usual snobby face wearing a fur coat sat down in one of those four seats, leaned against the wall, and got rewarded with an abstract purple blotch... I could barely keep from laughing my ass off, so I just waited for her to get up and enjoyed the scene. I would've liked to follow her home to see her face when finally noticing the surprise...
Now I've gone back to riding public transport, so naturally I've begun doing insides again. A few years have gone by since the school days, but the rush is the same, so I advise all travelers to be very careful where they lean against.
Imos N°
English:
I've always had a special passion for subway insides. At first it was my safety valve to let out my early morning frustration when going to school... Furthermore, I loved seeing how a bit at a time, journey after journey, sometimes even within the same day, other tags appeared next to mine. It was a sort of internal communication between vandals.
Sometimes I'd take a train for one station, tag the inside, get on the next car, then change trains on and on, and went on like this for hours. I liked writing my name even when the train was full of people, I'd turn around discreetly, cover myself a bit, and write my name at the end of the car, or on the doors. At times someone would see me and give me bad looks, other times they would just mumble something, or even smile at me complacently...
Of course, finding an empty car was the best, that's when I would let loose all my anger and destroy every inch of the subway car's inside. Then finally satisfied, I would wait for someone else to share the beautiful view with.
I remember one episode in particular, when I had completely bombed a car with a shoe-shine filled with purple ink. It was one of those old A-line trains that had those four seats facing each other at the far end of the car. I had just finished writing when the doors opened at a station, and people rushed in. This lady with the usual snobby face wearing a fur coat sat down in one of those four seats, leaned against the wall, and got rewarded with an abstract purple blotch... I could barely keep from laughing my ass off, so I just waited for her to get up and enjoyed the scene. I would've liked to follow her home to see her face when finally noticing the surprise...
Now I've gone back to riding public transport, so naturally I've begun doing insides again. A few years have gone by since the school days, but the rush is the same, so I advise all travelers to be very careful where they lean against.
Imos N°
lunedì 22 luglio 2013
Flash dal passato - Flashes from the Past (Beat SNK QRP)
Per noi anziani moderni, pischelli dei metà anni '90, questo mondo di
gigabyte, HD, reflex e digitali non era ancora la quotidianità, e quindi per
scattare le foto ci dovevamo affidare alla macchinetta fotografica di
famiglia. Si, quel pezzo di plastica monoblocco definito macchina
fotografica, che se sculavi te la regalavano alla comunione. Prima in casa
era tutto in comune: il telefono, l'automobile, il televisore, e appunto la
macchinetta fotografica.
Scattare fotografie non era adesso, dove ogni momento e ogni caccola che ti togli viene immortalata in tutte le forme. Prima la foto era quasi un rito sacro. Era tutto un "ce n'ho solo 24 o 36"... "non te le posso fa doppie"... "non te puoi accollà ogni volta"...fare le foto costava. Cinque mila lire il rullino e 10/15mila lire svilupparle. Nel 1995, a 15 anni quelle cifre erano miliardi. C'era il rito di aspettare lo sviluppo, che era come l'attesa della mezzanotte di Natale, quando scartavi questo pacco sorpresa dove non sapevi quello che ti aspettava, e nella maggior parte delle volte era un campionario di vagoni a metà, sottoesposti, o peggio ancora il terrore di qualunque writer: la foto all'argentone di notte. Il flash e la vernice argento sono come lo zucchero e il diabete.
Pannelli
dove intuivi solo la prima e l'ultima lettera, e al centro il salto
nell' iperspazio del Millenium Falcon, un buco cosmico dove si infrangeva
tutta la delusione per la mancanza di una testimonianza dell' action
notturna.
Vedere 6/7 foto diverse di uno stesso pannello datato poteva e può voler dire solo una cosa: che quel pannello ha spaccato. Significa che più di una persona ne ha voluto tenere un ricordo.
Vedere foto di action, una
rarità. Un end to end sfiora il comico: una sequenza di foto attaccate con lo
scotch perché vabbe, se non c'erano le digitali figurateve photoshop! Ogni
foto del tempo ha un peso specifico.
Molti writer dipingevano e manco
fotografavano i pannelli, tanto c'era qualcuno che le faceva al posto
loro. Era cultura. Ora filmiamo, documentiamo, e condividiamo con una rapidità
tale che mentre stai tirando l'ultimo outline qualcuno gia ti commenta
che è sbagliato... fine della magia, fine della poesia.
Beat SNK QRP
English:
Flashes from the Past
For us modern old-timers who grew up in the mid 90's, this world made of gigabytes, HD, reflex and digital cameras was not yet characteristic of everyday life, so in order to take flicks we had to rely on the family-camera. Yup, that piece of plastic we used to call a camera. If you were lucky enough you would receive it as a present for your first Holy Communion. Once upon a time everything was communal at home: the telephone, car, TV, and of course the camera.
Taking photos was not like it is today, where every moment and every booger you pick out of your nose is immortalized in every form. Taking a photo used to be almost a sacred rite. It was all about, "I only have 24 or 36... I can't make doubles... you can't ask me every time"... taking flicks was expensive. 5.000 Lire for one roll, and 10/15.000 Lire to develop. In 1995, at the age of 15 those sums were like billions. It was custom to wait for the photos to be developed, which was like waiting for midnight on Christmas Eve, when you unwrapped your gifts, not knowing what to expect. Most of the time they were a collection of incomplete subway cars, underexposed, or worse still, every writer's nightmare: nightshots of silver pieces. The combination between the flash and silver paint is like that between sugar and diabetes.
Panels where you could just barely sense the first and last letters, and in between it was a leap into hyperspace worthy of the Millennium Falcon. A cosmic hole that swallowed the disappointment for not having pictures of the night-action.
Seeing 6 or 7 photos of the same old panel could mean only one thing: that piece rocked! It means more than one person wanted a memory of it.
Seeing action photos was rare. An end-to-end was something comical: a sequence of photos held together with scotch tape, and if there were no digital cameras, you can forget about photoshop! Back then, each photo had its weight.
Many writers painted and never photographed their pieces, cause there was always somebody who did it for them. It was culture. Nowadays we film, document, and share with such speed that as you're doing your final outline someone is already commenting that it's not done right... there go both the magic and poetry down the drain.
Beat SNK QRP
Scattare fotografie non era adesso, dove ogni momento e ogni caccola che ti togli viene immortalata in tutte le forme. Prima la foto era quasi un rito sacro. Era tutto un "ce n'ho solo 24 o 36"... "non te le posso fa doppie"... "non te puoi accollà ogni volta"...fare le foto costava. Cinque mila lire il rullino e 10/15mila lire svilupparle. Nel 1995, a 15 anni quelle cifre erano miliardi. C'era il rito di aspettare lo sviluppo, che era come l'attesa della mezzanotte di Natale, quando scartavi questo pacco sorpresa dove non sapevi quello che ti aspettava, e nella maggior parte delle volte era un campionario di vagoni a metà, sottoesposti, o peggio ancora il terrore di qualunque writer: la foto all'argentone di notte. Il flash e la vernice argento sono come lo zucchero e il diabete.
Wholecar Rew SKS CMD da Berlino con furore sugli Arancioni. Stazione di Ciampino, 1999. |
Throwup Eace di MC Giaime (R.I.P.). Roma Nord, 1993. |
Pane TRV, Bam MT2, Noah TFP (NYC) sulla linea B, 1995. |
Gor ZTK esce dall' iperspazio dopo un viaggio durato 14 anni. Metro A, 1999. |
Essendo opere in movimento, spesso ciò che rimane dopo aver visto girare un graffito non è altro che un ricordo sfumato, sfocato, indistinto. Jon ZTK lascia un' impressione di sè, linea A, 2001. |
Vedere 6/7 foto diverse di uno stesso pannello datato poteva e può voler dire solo una cosa: che quel pannello ha spaccato. Significa che più di una persona ne ha voluto tenere un ricordo.
Inka CMD da Berlino accanto ad un Soul73 MT2 (Stand TRV) che è stato venerato ed intoccato dal 1996 almeno fino al 2000, anno dell'ultimo scatto in basso. |
Ver, Des, e Kare (R.I.P.) NSA seguono attentamente i movimenti di una guardia. Deposito di Magliana, 2000. |
Beat SNK QRP
English:
Flashes from the Past
For us modern old-timers who grew up in the mid 90's, this world made of gigabytes, HD, reflex and digital cameras was not yet characteristic of everyday life, so in order to take flicks we had to rely on the family-camera. Yup, that piece of plastic we used to call a camera. If you were lucky enough you would receive it as a present for your first Holy Communion. Once upon a time everything was communal at home: the telephone, car, TV, and of course the camera.
Taking photos was not like it is today, where every moment and every booger you pick out of your nose is immortalized in every form. Taking a photo used to be almost a sacred rite. It was all about, "I only have 24 or 36... I can't make doubles... you can't ask me every time"... taking flicks was expensive. 5.000 Lire for one roll, and 10/15.000 Lire to develop. In 1995, at the age of 15 those sums were like billions. It was custom to wait for the photos to be developed, which was like waiting for midnight on Christmas Eve, when you unwrapped your gifts, not knowing what to expect. Most of the time they were a collection of incomplete subway cars, underexposed, or worse still, every writer's nightmare: nightshots of silver pieces. The combination between the flash and silver paint is like that between sugar and diabetes.
Wholecar by Rew SKS CMD from Berlin on the Orange trains. Ciampino Station, 1999. |
"Eace" throwup by MC Giaime (R.I.P.) North Line, 1993. |
Pane TRV, Bam MT2, and Noah TFP (NYC) on the B-line, 1995. |
Gor ZTK comes out of hyperspace after 14 years. A-line, 1999. |
Being artworks constantly in movement, usually what remains after having seen a piece roll by is but a vague, blurred memory. Jon ZTK leaves behind an impression of himself. A-line, 2001. |
Inka CMD from Berlin next to a Soul73 MT2 (Stand TRV) that was venerated and untouched from 1996 at least until 2000, when the last flick at the bottom was taken. |
Ver, Des, and Kare (R.I.P.) NSA follow a guard's movements at the Magliana yard, 2000. |
Beat SNK QRP
domenica 21 luglio 2013
Breda Costruzioni Ferroviarie - serie MA100 (part 1)
La linea A della Metropolitana di Roma fu inaugurata nel 1980. Il tratto iniziale correva da Anagnina ad Ottaviano, nel quartiere Prati, incrociando con la linea B della metropolitana alla Stazione Termini. In vista dell' Anno Giubilare fù prolungato il tratto da Ottaviano fino a Battistini con cinque nuove fermate.
Inizialmente furono immessi in servizio 152 vagoni motrici organizzati a coppie fisse di 2. I treni furono composti di 4 vagoni, ossia da due coppie di vagoni motrici con una numerazione che andava da MA.001 - MA.152, con la MA.008 e la MA.009 perennemente accoppiate, la MA.100 e la MA.101 perennemente accoppiate, e via discorrendo. Le coppie fisse di vagoni venivano spesso mescolate ed attaccate ad altre coppie al fine di variare continuamente la composizione dei treni in servizio. Questa pratica risultava particolarmente interessante per quanto riguarda i graffiti, in quanto i pezzi dipinti sui vagoni variavano costantemente i loro "vicini", e di conseguenza c'era maggior confronto diretto fra i pezzi dei writers in competizione fra loro sia stilisticamente che quantitativamente.
Negli anni immediatamente successivi, sono stati ordinati altri 76 vagoni con numerazione RA.01 - RA.076 dove la "R" stà per "rimorchio", essendo vagoni privi di motrice ed inseriti fra due coppie di motrici come vagoni centrali del convoglio per creare treni di 5 e 6 vagoni. La composizione di questi treni è dunque come segue:
MA-MA-RA-MA-MA per i convogli a 5 vagoni, e MA-MA-RA-RA-MA-MA per i convogli a 6 vagoni.
Inizialmente furono immessi in servizio 152 vagoni motrici organizzati a coppie fisse di 2. I treni furono composti di 4 vagoni, ossia da due coppie di vagoni motrici con una numerazione che andava da MA.001 - MA.152, con la MA.008 e la MA.009 perennemente accoppiate, la MA.100 e la MA.101 perennemente accoppiate, e via discorrendo. Le coppie fisse di vagoni venivano spesso mescolate ed attaccate ad altre coppie al fine di variare continuamente la composizione dei treni in servizio. Questa pratica risultava particolarmente interessante per quanto riguarda i graffiti, in quanto i pezzi dipinti sui vagoni variavano costantemente i loro "vicini", e di conseguenza c'era maggior confronto diretto fra i pezzi dei writers in competizione fra loro sia stilisticamente che quantitativamente.
Negli anni immediatamente successivi, sono stati ordinati altri 76 vagoni con numerazione RA.01 - RA.076 dove la "R" stà per "rimorchio", essendo vagoni privi di motrice ed inseriti fra due coppie di motrici come vagoni centrali del convoglio per creare treni di 5 e 6 vagoni. La composizione di questi treni è dunque come segue:
MA-MA-RA-MA-MA per i convogli a 5 vagoni, e MA-MA-RA-RA-MA-MA per i convogli a 6 vagoni.
Sulla destra si vede una coppia della serie MA100, con le motrici/cabine di guida alle estremità. Deposito di Osteria del Curato, 1997. |
Qui vediamo al centro il vagone RA.37 (rimorchio) sprovvisto della cabina di guida ed inserito fra due coppie di motrici a destra e sinistra. Deposito di Osteria del Curato, 1997. |
Scansioni di un depliant Ansaldo Breda con descrizioni e schede techniche dei vagoni MA100. |
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