Bam5 MT2 - Lost (Dj Stile), B-Line 1995
Giuseppe Gioachino Belli
La vecchiaglia
si la prima da te poco ariccorze[5]
cuesta che piji mó cosa ariccojje?
fà cresce, e tre calà: trist’a chi cojje!
Pe siconna partita de la lista,
de cresce er naso e de calà la vista:
e pell’urtima buggera der mazzo,
(e questa fa pe voi, sor Giammatista)
crescheno li cojoni e cala er cazzo.
Roma, 11 febbraio 1832
|
venerdì 19 aprile 2013
Auguri!!!
domenica 14 aprile 2013
Crisi d'identità
Frontalino Poison NCL del 2010 sfregiato in due tempi dal Dottore. Linea B, 2012. |
venerdì 12 aprile 2013
Destroy & Rebuild part 3 (Iemz - Deep Masito, QRP)
...passato il periodo del Flaminio stavamo in comitiva al
cinema Reale di viale Trastevere, al bar S. Calisto e anni dopo a Campo de'
Fiori; l’attività principale era fumare ciloom, fare sketch e dipingere.
Fumavamo tutto il giorno e oltre ad essere il tanto temuto Rome Zoo eravamo anche la “Controcollina”,
alternativa del mega gruppo freak di Villa Pamphili.
Ognuno di noi
aveva il proprio ciloom con rispettivo nome, a volte andavamo a
comprarli a Bologna da Alverman e li portavamo sempre in tasca ovunque andavamo. I miei erano Moschea e Blanco21, poi c’era il leggendario Clava di Gentleman, Twentin di Tuff, Pollicicchio, Cobra
etc etc. Quando se ne rompeva uno era una tragedia, la notizia del
giorno. Fumavamo e facevamo sketch minuscoli elaboratissimi insieme a Sugo
detto “Lo Straniero” su foglietti o scontrini che ci trovavamo in
tasca. Stavamo in fissa per i wildstyle a stecche, gli attacchi infiniti
tra le lettere, le frecce e i bubbles (le stesse cose che ci piacciono
ancora oggi).
La fame chimica, unita alla “fame per gli attacchi delle
lettere” dominava le nostre giornate; come in un video giravo per Roma
con la musica negli auricolari a palla, disegnando nell’aria lettere con
la mente, trasportato da un bus notturno pieno di attori e comparse
della capitale “by night”. Era il periodo dei rave illegali, dei primi
trip Super Mario e delle pasticche, ma io non gradivo e fumavo solamente
ciloom appena potevo. Avevamo un linguaggio personalizzato, un fischio
tutto nostro per ritrovarci nelle serate affollate o nei locali, randagi
e selvaggi come cani di strada. Un periodo facevamo base a casa di Tuff a Trastevere, la chiamavano “Il Quartiere“ e
uscivamo solo per “acquistare” o la notte per tornare a casa col bus
notturno. Conoscevamo ogni bus di Roma e taggavamo ovunque; certe sere
finivo 3-4 posca a forza di scrivere prima di tornare a casa, lasciando
una traccia visibile del percorso che facevo. Ancora non era esplosa la
mania del Nero d’Inferno quindi i tags a marker erano spesso fatti a
Posca, Pilot o Edding, molto colorati e piccoli senza drips. Cercavo la
plastica e il metallo per scrivere a tempera sul liscio ma a Roma, dove
tutto è pietra e marmo, non era per niente facile trovarli; eppure
riuscivamo comunque a scrivere sui pannelli neri delle banche, sui
secchioni della spazzatura verdi e ancora pali, panchine, semafori e
cabine telefoniche.
In fattanza si scriveva bene, eravamo concentrati e
dava una bella soddisfazione sentire la città nostra; il marker era lo
strumento che preferivo, veloce e netto, e a differenza degli spray non
faceva ne’odore ne’ tantomeno rumore, quindi sul bus potevi scrivere
sotto il naso della gente senza che se ne accorgessero, era una sfida
con noi stessi.
A me piacciono i tags rifiniti, le cose fatte di fretta soddisfano solo al momento perché “strappi l’attimo”, ma il giorno dopo quello che vedono gli altri e’ solo un tag storto e fatto male; preferisco farne di meno ma con cura, piuttosto che lasciare scritte scolorite di pennarelli quasi finiti . Il tag è tutto per me, è l’essenza dei graffiti; dal tag vedi lo stile della persona, la fantasia, il carattere, la sintesi. Ho conosciuto gente famosa a dipingere ma con tag pessimi: su un muro colorato a spray te la puoi imbastire tagliando le linee e correggendo, ma col segno “one line” si vede tutto, si vede veramente chi sei, se il tag tuo “pesa” ti riconoscono tutti, sei te, basta un occhiata e sanno chi è stato. Come in “The Warriors” mettevamo il nostro marchio ovunque andavamo, a volte stavamo tutta la sera in un posto e se il giorno dopo passavi di lì te ne accorgevi che c’eravamo stati.
Passavano veloci le giornate in una Roma ancora vivibile, spensierati quanto basta, passando da un’occupazione di una scuola all’altra: Caravillani, Tasso, Mamiani e Ripetta le scuole dove ci siamo fatti una reputazione (pessima) e soprattutto dove eravamo imbucati e nessuno di noi era iscritto. Al Caravillani ci eravamo impossessati dell’aula 13 con relative chiavi: era un' occupazione dell’occupazione! Stavamo quasi tutto il giorno lì a disegnare e cazzeggiare permettendo l’entrata solo a chi dicevamo noi.
Per quasi un mese ce la siamo spassata ma, come spesso accadeva, ci cacciarono e abbiamo dovuto trovare un posto nuovo.
Spesso la sera portavamo qualche straniero a conoscere le nostre yards, qualche spray “rimediato” durante il giorno era il pretesto per mettere in pratica le ore di sketch. Gli stranieri, per lo più nord europei, erano “composti e tattici”, avevano un’attitudine e una mentalità più strategica e seria rispetto ai graffiti, ma guardavano con interesse il nostro modo di fare rustico e selvaggio e alla fine li conquistavamo.
Dopo qualche giorno insieme erano sempre più italiani/romani e sempre meno stranieri, era una simbiosi. Una sera siamo andati a dipingere con Mellie (MSN-WOW) dall' Olanda a Nuovo Salario, prima di andare siamo stati tutta la sera a fumare a Campo De' Fiori ma Mellie rifiutava ogni joint e a noi sembrava strano che un Olandese non fumasse. Arrivammo in yard coi motorini, io avevo un Ciao rosso sgangherato e dopo un giro di ispezione cominciammo a dipingere. Buio totale, mentre io faticavo a trovare le linee sulla lamiera del treno, Mellie stava già al secondo pezzo colorato e procedeva rapido col suo lavoro.
Mellie in yard metteva un
cappello a campana giallo molto appariscente, era una tecnica sua; se
qualcuno ci beccava a scrivere se lo toglieva e lo buttava così chi
aveva notato solo il cappello non lo riconosceva e poteva fingersi un
innocente che passava di lì… in pratica quel cappello catturava così
tanto l’attenzione che non notavano nessun altro particolare di lui e
togliendoselo era irriconoscibile e totalmente anonimo…un genio! Dopo
aver dipinto Mellie e’ venuto da me e mi ha chiesto di fumare; fumava
(quindi era dei nostri!), evitava di farlo prima di dipingere per non
allentare i riflessi ed essere reattivo per qualsiasi imprevisto, dato
che in nord Europa le yard erano molto più hardcore e dovevi essere
pronto a tutto. Imparavamo uno dall’altro e rubavamo con gli occhi. In
quegli anni le contaminazioni con l’estero miglioravano le nostre
tecniche di sopravvivenza, non solo lo stile delle lettere e noi:
crescevamo.
Iemz - Deep Masito, Quiet Riot Posse / Colle der Fomento / Rome Zoo
English:
...once the Flaminio period was over,
we'd hang out at the Reale cinema on viale Trastevere, at the S.
Calisto bar, and years later at Campo de' Fiori; our main activity was smoking cylums, drawing sketches, and painting. We'd smoke all day long, and apart from being the infamous Rome Zoo we were also the "Controcollina" posse, as opposed to the mega group of freaks at the Villa Pamphili park.
Each one of us had his own cylum with its own distinctive name. Every now and again we'd travel to the city of Bologna to buy them from Alverman, and we'd bring them with us everywhere we went. My cylums were called Moschea and Blanco 21, then there was Gentleman's legendary Clava, Tuff's Twentin, and Pollicicchio, Cobra, and so on. If one broke it was a tragedy, it became the news of the day. We smoked and drew tiny elaborated sketches on receipts or tiny pieces of paper we found in our pockets together with Sugo also known as "The Stranger". We were obsessed with wildstyles, infinite connections between letters, arrows and bubbles (pretty much the same things we're still obsessed with today).
The munchies, together with our "hunger for letter connections" dominated our days; as if in
a music video, I wandered around Rome with music playing loudly in my
headphones, drawing letters in the air with my mind, transported through
the city by a night bus crammed with Rome-by-night's actors and extras. It was the period of illegal rave parties, the first Super
Mario trips and pills, but I didn't enjoy them and just smoked my cylum
whenever I could. We had our own language, our own whistle in order to recognize each other in crowded places and clubs. We were stray and savage like street-dogs. There was a period when we met up at Tuff's house which we called "The neighborhood", and we'd leave just to go make "purchases" or to take a night bus home. We knew every single bus route in Rome and we tagged everywhere; some nights I'd finish 3 or 4 posca markers before going back home, leaving a visible trace of the route I'd taken. Leather dye still wasn't widespread so tags were often done using Poscas, Pilots, or Eddings; very small, colorful, and without drips. I'd look for smooth plastic and metal surfaces to write on with poster paint, but in Rome, where everything is stone and marble, it wasn't an easy task; and yet we found black panels on banks, green trash cans, lampposts,
benches, traffic lights, telephone booths and more to write our names
on.
It was a good feeling to write when we were stoned, we were
concentrated, and it gave us great satisfaction to feel the city as
ours; the marker was the tool I preferred, fast and clean, and unlike
spraycans it made no smell or noise, so this meant that on buses you could write right under people's noses without them noticing. It was a challenge with ourselves.
I like refined tags, things done in a hurry satisfy you only at the moment, and the next day what others see is just a crooked, badly executed tag; I prefer to do less but do them better, than to leave half-faded tags of nearly empty markers. The tag means everything to me, it is the essence of graffiti; from the tag you can see a person's style, his imagination, character, and overall personality. I've met writers that were famous for painting but that had awful tags: on a colorful wall with many cans you can deceive by cutting lines and correcting, but with just one line you can see everything, you can really see who you are, if your tag is "relevant" everybody recognizes you, it's you, just one glance and people know who did it. Just like in the film "The Warriors" we left our mark everywhere we went, sometimes we'd spend an entire evening in one place and if the next day you happened to pass by there you'd notice we had been there.
Days would go by quickly in a still highly-liveable city, we were carefree, moving from one school-occupation to another: Caravillani, Tasso, Mamiani, and Ripetta were the schools we constantly sneaked into and that none of us attended, and where we gained a (terrible) reputation. At the Caravillani school we had taken possession of Classroom N°13 and its keys: it was an occupation within an occupation! We spent whole days there drawing and chilling, allowing the entrance only to the people we wanted.
For nearly one month we had a ball, but as often happened, we got kicked out and were forced to find another place.
At night we often brought some foreigner to visit our yards, and the spraypaint we "racked" during the day was an excuse to put to practice the many hours spent sketching. The foreigners, for the most part North
Europeans, were "composed and tactical", and had a more serious and
strategic attitude towards graffiti, but were attracted by our raw and
savage way of doing things, and in the end we would win them over.
After a few days spent together they became more Italian/Roman and less foreign, it was a symbiosis. One night we went painting at the Nuovo Salario yard with Mellie (MSN-WOW) from Holland. We spent the whole evening smoking at Campo de' Fiori but Mellie declined every joint, and we found it strange that a dutchman would refuse to smoke. We got to the yard with our scooters, I had an old red Ciao and after a few checks we started painting: complete darkness, while I found it difficult to find my lines on the surface of the train, Mellie was already doing his second colored piece and painted quickly.
In the yard, Mellie would wear a flashy yellow fisherman's hat, this was his technique; if he was seen painting, he would throw it away so those who noticed
the yellow hat would not recognize him without it, and he could just
pretend to be a passerby... that hat captured your attention so much
that one wouldn't notice any other detail of him, and by
throwing it away he would be unrecognizable and anonymous... what a
genius! After having finished painting Mellie came over to me and asked me to smoke; so he did smoke (he was one
of us!), he just avoided smoking before painting so as not to slow down
his senses and be reactive during any unexpected situation, since yards
in northern Europe were much more hardcore and you had to be ready for
anything. We all learned from each other. During those years contamination from foreign countries perfected our survival techniques, not just the style of our letters, and we matured.
Iemz- Deep Masito, Quiet Riot Posse / Colle der Fomento / Rome Zoo
Ex-capolinea dei bus 60 e 63 di Piazza Sonnino di fronte al cinema Reale, ora area pedonale. Cabina dell' ATAC con tag di Joe, Tuff, e Koma TRV, Jety (Masito), Chico ZTK, Uatl, Toe, Smoke. 1996. |
Armandino (R.I.P.), storico e leggendario personaggio del bar S.Calisto e di Trastevere, fumatore professionista di canne, metà anni 90. |
Grandi Numeri (Cor Veleno) in alto a sinistra, Danno e Masito (Colle Der Fomento) in basso, 90's. |
Ponte Garibaldi, 1997. |
A me piacciono i tags rifiniti, le cose fatte di fretta soddisfano solo al momento perché “strappi l’attimo”, ma il giorno dopo quello che vedono gli altri e’ solo un tag storto e fatto male; preferisco farne di meno ma con cura, piuttosto che lasciare scritte scolorite di pennarelli quasi finiti . Il tag è tutto per me, è l’essenza dei graffiti; dal tag vedi lo stile della persona, la fantasia, il carattere, la sintesi. Ho conosciuto gente famosa a dipingere ma con tag pessimi: su un muro colorato a spray te la puoi imbastire tagliando le linee e correggendo, ma col segno “one line” si vede tutto, si vede veramente chi sei, se il tag tuo “pesa” ti riconoscono tutti, sei te, basta un occhiata e sanno chi è stato. Come in “The Warriors” mettevamo il nostro marchio ovunque andavamo, a volte stavamo tutta la sera in un posto e se il giorno dopo passavi di lì te ne accorgevi che c’eravamo stati.
Lavagna di uno dei mille vicoli di Trastevere con tag a pennarello e a spray di molti personaggi dell'epoca. Metà anni '90. |
Passavano veloci le giornate in una Roma ancora vivibile, spensierati quanto basta, passando da un’occupazione di una scuola all’altra: Caravillani, Tasso, Mamiani e Ripetta le scuole dove ci siamo fatti una reputazione (pessima) e soprattutto dove eravamo imbucati e nessuno di noi era iscritto. Al Caravillani ci eravamo impossessati dell’aula 13 con relative chiavi: era un' occupazione dell’occupazione! Stavamo quasi tutto il giorno lì a disegnare e cazzeggiare permettendo l’entrata solo a chi dicevamo noi.
Per quasi un mese ce la siamo spassata ma, come spesso accadeva, ci cacciarono e abbiamo dovuto trovare un posto nuovo.
Foto di alcuni vagoni dipinti in quel periodo. Occupazione di qualche scuola, 1996. |
Iems, e Sugo TRV detto "Lo Straniero" sulla linea Nord, che fà capolinea a piazzale Flaminio, 1998. |
Spesso la sera portavamo qualche straniero a conoscere le nostre yards, qualche spray “rimediato” durante il giorno era il pretesto per mettere in pratica le ore di sketch. Gli stranieri, per lo più nord europei, erano “composti e tattici”, avevano un’attitudine e una mentalità più strategica e seria rispetto ai graffiti, ma guardavano con interesse il nostro modo di fare rustico e selvaggio e alla fine li conquistavamo.
Dopo qualche giorno insieme erano sempre più italiani/romani e sempre meno stranieri, era una simbiosi. Una sera siamo andati a dipingere con Mellie (MSN-WOW) dall' Olanda a Nuovo Salario, prima di andare siamo stati tutta la sera a fumare a Campo De' Fiori ma Mellie rifiutava ogni joint e a noi sembrava strano che un Olandese non fumasse. Arrivammo in yard coi motorini, io avevo un Ciao rosso sgangherato e dopo un giro di ispezione cominciammo a dipingere. Buio totale, mentre io faticavo a trovare le linee sulla lamiera del treno, Mellie stava già al secondo pezzo colorato e procedeva rapido col suo lavoro.
"Welcome to the Rome Zoo", JetOne di Masito su un treno FS, 1995. |
Mellie MSN/WOW dall' Olanda su un treno FS, 1995. |
Iemz - Deep Masito, Quiet Riot Posse / Colle der Fomento / Rome Zoo
English:
Mack piece by MC Giaime (R.I.P), QuickE, Grandi Numeri, and Duke (Tuff) at Piazzale Flaminio, historical hangout for the Roman HipHop scene. Early 90's. |
The ex-endstop of bus lines 60 and 63 at Piazza Sonnino. Tags by Joe, Tuff, and Koma TRV, Jety (Masito), Chico ZTK, Uatl, Toe, and Smoke. 1996. |
Armandino, historical and legendary character form the Trastevere neighborhood and S.Calisto bar. 90's |
Grandi Numeri (Cor Veleno), Danno and Masito (Colle Der Fomento), 90's. |
Garibaldi bridge, 1997. |
I like refined tags, things done in a hurry satisfy you only at the moment, and the next day what others see is just a crooked, badly executed tag; I prefer to do less but do them better, than to leave half-faded tags of nearly empty markers. The tag means everything to me, it is the essence of graffiti; from the tag you can see a person's style, his imagination, character, and overall personality. I've met writers that were famous for painting but that had awful tags: on a colorful wall with many cans you can deceive by cutting lines and correcting, but with just one line you can see everything, you can really see who you are, if your tag is "relevant" everybody recognizes you, it's you, just one glance and people know who did it. Just like in the film "The Warriors" we left our mark everywhere we went, sometimes we'd spend an entire evening in one place and if the next day you happened to pass by there you'd notice we had been there.
One of the many alleys in the Trastevere neighborhood. 1996. |
Days would go by quickly in a still highly-liveable city, we were carefree, moving from one school-occupation to another: Caravillani, Tasso, Mamiani, and Ripetta were the schools we constantly sneaked into and that none of us attended, and where we gained a (terrible) reputation. At the Caravillani school we had taken possession of Classroom N°13 and its keys: it was an occupation within an occupation! We spent whole days there drawing and chilling, allowing the entrance only to the people we wanted.
For nearly one month we had a ball, but as often happened, we got kicked out and were forced to find another place.
Photos of trains painted during the period of occupied schools, 1996. |
Iems, and Sugo TRV also known as "The Stranger", North line, 1998. |
After a few days spent together they became more Italian/Roman and less foreign, it was a symbiosis. One night we went painting at the Nuovo Salario yard with Mellie (MSN-WOW) from Holland. We spent the whole evening smoking at Campo de' Fiori but Mellie declined every joint, and we found it strange that a dutchman would refuse to smoke. We got to the yard with our scooters, I had an old red Ciao and after a few checks we started painting: complete darkness, while I found it difficult to find my lines on the surface of the train, Mellie was already doing his second colored piece and painted quickly.
JetOne by Iems/Masito, FS train, 1995. |
Mellie MSN/WOW from Holland on an FS train, 1995. |
Iemz- Deep Masito, Quiet Riot Posse / Colle der Fomento / Rome Zoo
giovedì 11 aprile 2013
Profezia Autoavverante
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