lunedì 4 giugno 2012

Go Down Baby!

E' tanto che non dipingo. Che non respiro l'odore degli spray, delle vernici o l'odore dei treni... A dire il vero non ricordo neanche bene questi odori con cui per tanto tempo ho convissuto. Le mani sporche di vernice, le scarpe, i vestiti, la bocca impastata di sapore strano con cui mi svegliavo la mattina dopo aver passato la notte in un deposito. E' tanto che non prendo la metro e a stento ricordo tutti i rumori, i suoni e le sensazioni che mi provocava vederla passare dipinta.

Tuff Gor passano a Ponte Mammolo durante il periodo d'oro della Metro B. 1996.

Nyco(TRV) Gor One in partenza dalla stazione Garbatella. Linea B,1997.

Eppure mi piacerebbe ora, poterle riprovare come se non fosse passato tutto questo tempo, come se ci stessi ancora dentro. Con tutto me stesso, come era allora, dove ogni momento era buono, per lasciare un tag, per rubare gli spray, per organizzare la prossima uscita a dipingere la metro. Cazzo penso di poter dire che per cinque anni ho passato più tempo tra stazioni della metro e depositi che a casa. Più tempo in giro a lasciare tag, che a scuola. Più tempo con il crew mio in giro a non fare un cazzo e svoltare spray, che con la mia ragazza. Si, bei tempi e bei ricordi.

Gor Chico, linea B, 1997.

Linea B, 1997.

Nessuna via di mezzo! Linea B, 1997.

Non so se nell'economia della mia vita sia stato buono o no aver conosciuto il writing e tutto quello che ne fa parte. Sicuro per tutto il tempo che gli ho dedicato forse mi è tornato indietro poco, a livello economico neanche un centesimo, anche se poi alla fine lavoricchio con la grafica. Certo se tutte le energie investite a dipingere la metro le avessi investite su qualcosa di più fruttuoso, sarebbe stato meglio per me, e per la mia vita probabilmente. O forse no, forse non sarei stato io, e probabilmente mi sarei perso qualcosa. Qualcosa di unico, che solo in pochi riescono a capire, e che sono contento di aver vissuto. Qualcosa che in fondo non cambierei per niente al mondo.


Lido, 1998.
Jon Sugo Gor, linea B, 1997.
"To my family." Gor dedica alla sua famiglia questa esplosione di colori e sensazioni. Linea-A, 1999.
"Imperico come un vagone Gast Gor in metro." cit. Gufo Supremo. Linea B, 1997.

E anche se oggi ricordo tutto a stento e ho in testa solo una miriade di immagini mischiate e confuse, mi commuovo e mi viene la pelle d'oca se penso alla prima volta che ho visto passare un treno della metro B dove avevo un pezzo su ogni vagone. Sei pezzi, su sei vagoni. Di cui uno era un end to end mio da solo, Gor. Con al centro scritto "go down baby", in una esplosione di colori della migliore marca che racchiudevano i sogni di un pischello che forse viveva il momento più bello della sua vita.
Ringrazio le persone che hanno condiviso alcuni di quei momenti con me.

Gor
"Go down baby". B-line, 1997.



English version:

Go Down Baby


It's been a long time since I last painted and breathed the smell of spraypaint and the trains...to be honest I can't even remember those smells I lived with for so long that well. My hands, shoes, and clothes all dirty with paint, and waking up with a pasty mouth after having spent the whole night in a train yard. It's been a while since I've even taken the metro and I can barely remember all the noises, sounds, and feelings seeing it go by painted, provoked in me.
Gor and Tuff passing by at Ponte Mammolo during the B-line's golden era. 1996.

Nyco Gor One leaving Garbatella station. B-line, 1997.

And yet I would like to have the chance to experience those feelings again, as if all this time had not gone by, as if I was still completely into it with my whole self, as I was back then, when every moment was good to leave a tag, steal cans, and organize the next mission to paint the metro. Shit, I can easily say that for five years I spent more time in metro stations than at home, more time going around tagging than at school, and more time chilling with my crew and racking up spraypaint than with my girlfriend. Hell yeah, good times and good memories.

Gor Chico. B-line, 1997.
Gor. B-line, 1997.
"Either you like risking or you like losing." B-line, 1997.
I'm not sure whether experiencing graffiti writing in my life and everything around it was good or bad. Surely for all the time I spent I got back very little economically, practically not even a cent, even though I do some work as a graphic artist. If instead of spending all that energy painting metros I had invested my time doing something more fruitful, it probably would have been better for me and my life. Or maybe not, maybe I would not have truly been myself, and would have probably missed out on something unique that few people can understand, and that I am happy to have experienced. It's something I would never change for anything in the world.

"...Love...Hate...Destiny..." Lido line, 1998.
Jon Sugo Gor. B-line, 1997.
 
Gor dedicates this explosion of colors and feelings to his family. A-line, 1999.
Gast Gor. B-line, 1997.

Even if my memories are kinda fuzzy and my mind is full of mixed up, confused images, I feel emotional and get goose bumps if I think of the first time I saw a B-line subway train go by where I had a piece on every car. That's six pieces on six cars. One of which was a Gor end to end by myself. In it I wrote "go down baby" in an explosion of colors of the best spraypaints that enclosed the dreams of a kid that was probably living the best moment of his life.
I thank all the people that shared some of those moments with me.
Gor
"Go down baby." B-line, 1997.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

grandissimo, anzi grandissimi tutti!

XXROMA ha detto...

Caro belzebou questo blog non è per te, quindi non rompere il cazzo con i tuoi commenti da italiano medio di merda, primo perché non interessano a nessuno, secondo non saranno pubblicati. Cordialmente fatte 'na vita.