domenica 22 luglio 2012

Riflessioni di una cellula impazzita - Observations of a Cell Gone Crazy


La società contemporanea pretende che tu sia un individuo proiettato esclusivamente su te stesso. Il bravo consumatore, l’homo economicus perfettamente razionale, è incapace di trovare benefici nella condivisione, è privo di senso critico nei confronti del reale ed è interessato solo alla propria utilità immediata. La sua visione del mondo non riesce ad andare oltre la squallida superficie che protegge ciò che nel profondo viene gradualmente distrutto dalle evoluzioni mortifere del sistema socioeconomico in cui si trova a vivere.

Stazione Tor di Valle. Linea lido, 1999.
Questo cyborg che si aggira per le decadenti metropoli delle società capitalistiche occidentali non ha più alcun legame con i luoghi dove è nato e cresciuto e non si cura della loro progressiva decadenza, ha paura di comunicare le proprie emozioni ai suoi simili e non sa preoccuparsi per loro in modo disinteressato. Si è, infine, convinto e fatto convincere di non essere responsabile di nessuna delle cose che gli capitano attorno. Egli vive una frustrazione crescente data dall’incapacità di “fare qualcosa”, fino a che questo non diventa un formidabile alibi per “non fare nulla” e crogiolarsi nell’insensatezza del delirio quotidiano che gli è stato affibbiato.
Ma le evoluzioni della società non sono mai casuali, esse non possono che provenire sempre dal prevalere di una componente sociale su di un'altra. La crisi perpetua che abbiamo nelle vene e nelle orecchie quotidianamente non ha lo stesso significato per tutti. Per il cosiddetto 99% essa vuol dire impoverimento, totale incertezza sul futuro, crescente repressione, perdita di tutti i punti di riferimento a cominciare da quelli rappresentati dal vivere in modo attivo e solidale il proprio territorio, la propria città e la moltitudine che ci circonda.

Ver NSA, Neon, Koma TRV, Jon ZTK passano sul ponte di S. Paolo. Linea B, 2007.
Per il restante 1% le trasformazioni che si sono osservate negli ultimi 30 anni hanno significato invece un arricchimento senza precedenti, fondato sulla spoliazione di gran parte di quella civiltà conquistata con fatica e battaglie dalla parte di società che oggi subisce più duramente la crisi. Un arricchimento che coincide, oggi, con la costruzione sempre più raffinata di sistemi di controllo e repressione, (vedi facebook, satelliti, minitelecamere, intercettazioni e armi di ogni genere e tipo) che in modo più o meno consapevole stanno modificando e modificheranno il nostro vivere.

Ponte Nenni, 2001.
Ver e Lit NSA. Linea A, 2001.   
Jn. Linea A, 2001.
Syla PAC Neon. Linea A, 2001.
Il lettore di XXRoma ora, comprensibilmente, penserà: tutto ciò con i graffiti che cosa diavolo ha a che fare? Io ritengo che i graffiti abbiano molto, molto a che fare con tutto questo…già, perché da che mondo e mondo i sonni del padrone non possono essere eternamente tranquilli…e in tutti gli organismi c’è sempre qualche cellula che impazzisce e comincia a mettere in discussione il sistema in cui si trova, che comincia ad agire in modo radicale sovvertendo le regole che inizia a riconoscere come ingiuste e utili esclusivamente a perpetuare il potere di chi già lo detiene. L’impazzimento di questa cellula è, in alcuni casi, il primo passo consapevole che può portare dalla riappropriazione del proprio spazio vitale immediatamente vicino sino ad una radicale trasformazione dell’esistente.

One Ver Linea B, 2005.



Ecco, l’organismo complesso in cui ho avuto il privilegio di crescere assieme a quasi tutti i contribuenti di questo blog è la metropoli Capitolina e le cellule che hanno cominciato ad impazzire siamo stati noi, chi prima chi dopo, nel corso dei favolosi, perlomeno per i writers romani, anni 90. Il fenomeno del writing a Roma, ai suoi albori e grazie ad alcuni di noi ancora oggi, è stato splendidamente selvaggio con dei tratti di spontaneismo che non si sbaglierebbe a definire rivoluzionario. Il modo in cui i primi vandali romani hanno preso possesso della Città Eterna, sconvolgendola in superficie e nei sotterranei, è qualcosa che ha dato nuova vita alla capitale. Si è costruita, in modo del tutto spontaneo, una nuova cultura o, come direbbe Jon, “un nuovo alfabeto”, che ci ha reso capaci di parlare una lingua diversa da quella del consumismo, dell’apparenza o dei clichè della politica all’italiana. Una lingua che ci ha consentito di riconoscerci l’un l’altro, di sviluppare un intesa profonda, di sentirci parte di un processo comune pur nella rispettiva ricerca di portare in alto il proprio nome, di vivere, insomma, dei momenti di irripetibile libertà.

Yess, Neon, Jon. Linea A, 2001.


Non siamo stati e non siamo un' organizzazione politica o un centro sociale che tenta di imitare le gesta di gloriosi antenati rivoluzionari ma un gruppo di giovani che, avidi di libertà di agire e di esprimersi, sono riusciti in un opera apparentemente improponibile: dare un connotato rivoluzionario, e quindi collettivo, ad un' attività svolta, solo apparentemente, secondo i paradigmi della società contemporanea fondata sull’individualismo.
Questa società punta a toglierti l’identità? La cellula impazzita risponde con il getting up… E se il “getting up a tutti i costi” del proprio nome può apparire come un attività intrinsecamente egoistica si scopre che essa in realtà non lo è. Il nome che si spinge a tutti i costi diventa la chiave per condurre una vita, almeno in parte, in radicale contrasto con le regole imposte, strumento che conduce a comprendere immediatamente valore e necessità di condividere questa “battaglia” con altre cellule affette dalla stessa “malattia vandalica”….

Ver, Neon. Linea lido, 2006.
Top to bottom linea A, 2001.
Kare NSA, Yess TUW, Neon, Syla PAC. Linea A, 2001.
Wholecar Kare NSA Neon. Linea A, 2001.
Wholecar Kare NSA, Zeir PAC, Neon. Lina A, 2001.

...in alcune crew romane, in gruppi consolidati di writers si è instaurata una solidarietà ed una sintonia, incomprensibile per chi non ha vissuto e non vive il writing in modo radicale, che è un valore puramente rivoluzionario antitetico al becero individualismo della società odierna. Anche quando un writer crescendo, si allontana da tutto questo non può non portare dentro di sé ciò che ha significato essere stato un Vandalo Dentro…..

Linea B, 2004.
One ZTK. Linea B, 1996.
Eccoci dunque nel 2012, ciascuno con la sua età, i suoi problemi, il proprio percorso personale, ritrovarci nuovamente insieme a non poter fare a meno di vivere, riflettere, scrivere da vandali dentro….con la ciclica necessità di andare a castigare ancora qualche inerme vagone della nostra metro o a devastare di throw up qualche strada della città…incapaci di trasformare, come in tanti hanno fatto, il nostro essere writers in qualche cosa a cui è possibile attribuire un prezzo…d'altronde quando si è cellule impazzite, quando si è Vandali Dentro, come ci hanno insegnato i ZTK, lo si rimane in eterno...

Neon 

Koma, Ver Blak e Neon fuori gli ex-Mercati generali. Linea lido,2012.

Linea A, 2001.


English:

Observations of a Cell Gone Crazy

Modern society expects you to be an individual projected exclusively towards yourself. The perfect consumer, the perfectly rational homo economicus, is unable to get any benefit from sharing, is unable to perform any critical thinking regarding reality and is only interested in his own immediate benefit. His vision of the world goes no further than the squalid surface that protects that which in his depths is gradually destroyed by the deadly evolution of the socioeconomic system in which he is forced to live in. 

"Whoever defaces Rome has Rome against him." Tor di Valle station. Lido line, 1999.
This cyborg that wanders around the decadent metropolises of capitalistic western society no longer has any connection with the places he was born in, and nurtures no concern whatsoever of their steady decline. He is afraid of communicating his emotions to others of his kind and is unable to care for them in a selfless manner. He is convinced and has been convinced he is not responsible for any of the things going on around him. He experiences an evergrowing frustration brought about by his incapacity to "do something about it", which eventually becomes an alibi to "not do anything at all" and wallows in the senselessness of the everyday madness he finds himself burdened with. 
But the evolution of society is never casual. It can only derive from the predominance of one social element over another. The perpetual crisis we endure in our veins and our ears daily does not have the same meaning to everybody. For the so-called 99% it means impoverishment, complete uncertainty regarding the future, growing repression, and loss of all reference points; like supportively and actively living one's city and the multitude of people surrounding you.

Ver, Neon, Koma and Jon passing over the S. Paolo bridge. B-line, 2007.
For the remaining 1% the transformations observed in the last 30 years have meant a previously unheard-of enrichment founded on the misappropriation of most of the cultural gains achieved through hard-won battles by that part of society that today is suffering this crisis the hardest. An enrichment that coincides today with the ever more refined production of systems of control and repression, (facebook, satellites, microcameras, wiretappings, and weapons of all sorts) that is more or less consciously changing our way of living.

Yes TUW, Ver, Lit NSA. A-line, 2001.

Ver and Lit. A-line, 2001.

Jn t2b throwup. A-line, 2001.

Syla PAC, Neon. A-line, 2001.
The readers of XXRoma may be rightfully asking themselves: what has all this got to do with graffiti? I believe that graffiti has much, much to do with all of this...yes, because from time immemorial the sleep of our masters has never been forever undisturbed...and in every organism there is always a cell that goes crazy and starts questioning the system he's a part of and starts acting radically by subverting the rules it begins recognizing as unfair and useful only in perpetuating the power of those detaining it. The madness of this cell is, in certain cases, the first conscious step that can bring about the reclaiming of one's vital space closest to us, up to a radical transformation of the existing reality.

One Ver NSA. B-line, 2005.

"Church, military, and politics have importance because there is a population...but we are the population, let's not forget that!"

"To the serfs." Des NSA and Ver NSA. B-line, 2005.
The complex organism I have had the privilege of growing up in together with most of the contributors of this blog is the Capital city, and we are the cells that started going crazy; some earlier, and some later during the course of the fabulous 90's (at least for the Roman writers). The Roman graffiti writing phenomenon was, at its dawn, and thanks to some of us still to this day, beautifully wild, with certain aspects of spontaneity that one could not be mistaken in defining revolutionary. The way in which the first Roman vandals took possession and completely devastated the Eternal City, both on its surface as well as underground, is something that gave new life to the Capital. A new culture, or as Jon would put it, "a new alphabet" was constructed in a completely spontaneous manner, making us able to speak a language different from that of consumerism, appearance, or that of Italian political clichès. A language that has enabled us to recognize one another, develop a deep understanding, and make us feel part of a common process while at the same time pursuing the upholding of our name, in other words living moments of unrepeatable freedom.

Yess, Neon, Jon. A-line, 2001.

We never were, and are not a political organization or a squat attempting to imitate the deeds of our glorious revolutionary ancestors, but a group of youngsters hungry for freedom of action and expression that were able to achieve something apparently unfathomable: giving a revolutionary, and thus a collective hue to an activity only apparently performed according to the paradigm of contemporary society that is entirely based on individualism.
This society aims at taking your identity away? The cell gone mad responds by getting up...And if "getting one's name up at all costs" may seem like an intrinsically egoistic activity, in reality it is not. The name you're pushing at all costs becomes the key to conduct a life, at least partially in contrast to the rules imposed on us, a tool that leads one to immediately comprehend worth and necessity of sharing this "battle" with other cells affected by this "vandalic sickness"...

Ver NSA, Neon. Lido line, 2006.

Top to bottom. A-line, 2001.

Kare NSA, Yess TUW, Neon, Syla PAC. A-line, 2001.

Kare NSA, Neon. A-line, 2001.
Kare, Zeir PAC, Neon wholecar. A-line, 2001.

 ...in certain Roman crews a solidarity and harmony were created that are uncomprehensible to anyone who has not lived and does not live graffiti writing in a radical manner, which is a purely revolutionary value, antithetical to the boorish individualism of contemporary society. Even when a writer grows up and moves away from all this he cannot stop bringing inside him what it means to be a Vandal Inside...

"Vandalism as a countervalue." B-line, 2004
One. "Vandals at heart." B-line, 1996.
So here we are in 2012, each of us with his age, problems, and own personal path, finding ourselves together again and not help but live, reflect, and write as Vandals Inside do...with the cyclic necessity to punish some helpless carriage of our metro or destroy a street of the city...we are unable to transform, as many have done, our essence into something it is possible to attach a price tag to...after all when you are a cell that goes insane, when you are a Vandal Inside, as the ZTK guys have taught us, you remain so forever...

Neon

Koma, Ver Blak, and Neon. Lido line, 2012.
"Never clean trains." A-line, 2001.